Memoria: solo un dialogo tra geni e sinapsi? Psicanalisi e neuroscienze a confronto

Convegni

CAM Monza v.le Brianza 21

1

Aprile 2009

ore: 19:00

1 Aprile, 2009

Mercoledì 1 aprile presso il Cam di viale Brianza 21 Monza, alle ore 19.00, si è tenuto l’incontro “Memoria: solo un dialogo tra geni e sinapsi? Psicanalisi e neuroscienze a confronto”.

Nessuna funzione mentale quanto la memoria puo’ essere considerata cosi’ fondamentale per la sopravvivenza del singolo individuo e della specie umana. Senza la memoria genetica che condividiamo con tutti gli appartenenti alla nostra specie, non potremmo neppure nascere, crescere, pensare. Questa memoria “comune”, custodita nel DNA di ogni  cellula fornisce però anche i presupposti biologici per l’esistenza di un’ altra memoria, quella “personale” differente per ogni individuo. Quella fatta della storia di un soggetto, del suo vissuto, degli stimoli che ha ricevuto e raccolto, delle emozioni che ne hanno plasmato le tracce. Quella memoria che andrà a costituire il patrimonio culturale di ogni uomo.
Le neuroscienze, grazie alle ultime tecniche di neuroimmagini e di biologia molecolare sono riuscite a studiare il “come” e il “dove” di questi processi mnesici. Si è venuta a definire piu’ chiaramente, come scrive Eric Kandel, la “cornice” biologica della memoria. Una cornice fatta di scambi ionici, sintesi di RNA e proteine, consolidamento di nuove sinapsi.

Ma è veramente tutto riconducibile solo ad un gioco di ioni, molecole, proteine? Memorizzare, rievocare un dettaglio, dimenticare un nome, sfrondare un ricordo di alcuni particolari è solo questione di chimica?
Nel 1930 Freud scriveva che “niente di quello che è stato esperito puo’ essere dimenticato”. Se è vero che tutto il nostro passato sopravvive nel presente, allora non esiste alcuna distruzione di tracce mnesiche, ma solo la possibile difficoltà di rievocarle. Ecco l’obiettivo terapeutico dell’analisi. La possibilità di recuperare fatti ed emozioni di una memoria preverbale per avviare un processo di guarigione , di affrancamento dal dolore di un’anima. Un diverso significato della memoria per la psicanalisi e le neuroscienze. La prima, rievocando dati sepolti nella psiche di un paziente, reinterpreta e rieduca alcune rappresentazioni mentali alla base di un disagio emotivo; le neuroscienze, attraverso gli studi dei circuiti anatomo-funzionali della memoria presente, cercano di prevenirne o limitarne la perdita, inesorabilmente associata all’invecchiare dell’uomo. Si potrebbe quindi concludere, parafrasando Freud, che il presente non solo contiene tutto il nostro passato ma anche i presupposti per l’integrità del nostro futuro, emotivo e cognitivo.

Programma e relatori:

  • Ore 19.00 Introduzione e moderazione – Prof. Armando Massarenti, professore a contratto (Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche naturali, Siena), responsabile della pagina Scienza e filosofia di “Il Sole 24 Ore Domenica”
  • Ore 19.10 Le basi neurobiologiche della memoria – Prof. Stefano Cappa, Preside della Facoltà di psicologia e Professore ordinario di neuropsicologia (Università Vita-Salute, Milano)
  • Ore 19.30 Dimenticare per sopravvivere ad un dolore: la lezione della psicanalisi – Dr. Giuseppe Civitarese, Professore di psicanalisi, membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytic Association
  • Ore 19.50 Memoria e adattamento – Prof. Edoardo Boncinelli, Direttore del Laboratorio di biologia molecolare dello sviluppo (Istituto scientifico Ospedale San Raffaele), Professore di biologia (Facoltà di psicologia, Università Vita-Salute, Milano)
  • Ore 20.10 dibattito

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