Aspetti psicologici ed emotivi della pandemia

Aspetti psicologici ed emotivi della pandemia

L’esperienza della pandemia e del conseguente isolamento di questo periodo ha rappresentato una situazione unica, nuova per ciascuno di noi e allo stesso tempo collettiva, portandoci a fare i conti con la qualità del nostro esistere. Per affrontare il fenomeno in atto, senza precedenti, risulta così necessario occuparsi anche del proprio benessere psicofisico. Uno stato di stress prolungato può, infatti, impattare significativamente sulla qualità della vita di una persona, comportando a volte un aumento del rischio di contagio.
Rischio dovuto, da un lato, alla messa in atto di condotte non razionali potenzialmente controproducenti, dall’altro, all’abbassamento delle difese immunitarie dovuto a una sollecitazione di allarme costante dell’organismo.

Durante il primo lockdown ci siamo scoperti tutti sulla stessa barca, tutti umani, tanto che la natura collettiva di questa esperienza ci ha messo in contatto con un’iniziale ritrovata solidarietà. La riapertura estiva ha portato poi al riaffiorare della speranza che l’emergenza appartenesse al passato. Questa seconda ondata, non essendo più una novità, rischia di essere ancora più faticosa. Senso di impotenza, sopraffazione e timore di non farcela sono diventati ingredienti della vita quotidiana. Il contatto più o meno diretto con la malattia, la paura del contagio, il lutto, la precarietà fisica e economica, la solitudine o la convivenza forzata, hanno portato a fare i conti con l’incertezza e con la connaturata vulnerabilità umana. Se questi mesi sono stati caratterizzati dalla necessità di trovare strategie per far fronte a quanto ci siamo trovati a vivere, ora è tempo di soffermarci su questo vissuto ed elaborarlo a un livello più profondo. Questo slow down ci sta permettendo non tanto di ritrovare il tempo, ma di sentire il nostro tempo, di coglierci nella nostra soggettività in tutte le sue sfumature, accoglierla, comprenderla e viverla.

Non esiste una soluzione universale per tutti, ma è sicuramente opportuno approfittare di questo tempo per concentrarsi sul “qui e ora”. Siamo stati messi di fronte all’imprevedibilità della vita, all’incertezza: è pertanto importante recuperare, per sé e per la propria famiglia, una regolarità nella quotidianità, cercando di riservare un tempo specifico per ogni attività: il sonno, i pasti, il lavoro/lo studio, lo svago, l’attività fisica, i momenti dedicati alla cura della propria rete sociale e familiare. Dal momento che i bambini colgono i segnali emotivi degli adulti di riferimento, è importante fornire loro informazioni su ciò che si sta vivendo con modalità adeguate all’età. Accettare ciò che non può essere cambiato concentrandosi e valorizzando il presente, risulta essere una strategia funzionale. È tuttavia possibile che vengano sollecitate risposte individuali legate alla singola persona, alla sua unica e specifica storia di vita: nel momento in cui dovesse prevalere in sé o nelle persone che si hanno vicine un senso di sopraffazione, agitazione, frequenti cambiamenti di umore, perdita di fiducia, paure irrazionali, marcata irritabilità, sospettosità, sonnolenza o inappetenza, ansia, depressione, mancato desiderio di coltivare le proprie relazioni sociali e familiari, si consiglia di rivolgersi ad un terapeuta specializzato.

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